autonomia scolastica > culmine
normativo > art. 137 della
costituzione (2001)
> inizio > legge
59/97 > Dlgs
112/1998 >
agli
artt. 138 e 139 di questo dlgs infatti vengono trasferiti alle
REGIONI poteri fino ad allora propri dello stato:
STATO > REGIONI
programmazione della rete scolastica
suddivisione degli ambiti funzionali regionali
decisione su entità contributi a scuole private
capacità di trasferire poteri a province e comuni
COMUNI
redigono piano comunale edilizia scolastica
istituiscono o chiudono scuole
predispongono servizi per l'handicap
sospendono le lezioni in casi gravi e urgenti
Il
DPR 275/99 è attuativo della legge delega 59/97, l’autonomia
scolastica è definita come autonomia
funzionale,
di progettazione, realizzazione, formazione e istruzione ed ha come
unico obiettivo il successo formativo.
L’autonomia: «comprende e riconosce le diverse
opzioni metodologiche anche di gruppi minoritari» art.3 comma 2.
Cos’è
quindi la scuola?
ente autonomo
ha capacità giuridica portata dal Dirigente Scolastico
riceve dallo stato
fondi e docenti
sottosta a regione: calendario, dimensioni, reti
si adegua a provincia e comuni: handicap, uso dell'edificio per funzioni non didattiche, sospensione delle lezioni
Il
Piano dell’offerta formativa o POF è il documento fondamentale
costitutivo dell’identità culturale e progettuale della scuola.
Esso deve contenere
a.
gli insegnamenti previsti dal curricolo nazionale
b.
gli insegnamenti complementari (ma obbligatori)
c.
le attività complementari extracurricolari (facoltative)
La
l. 53/2003 indica un modello metodologico unico. PROBLEMA: una
legge dello stato può anche indicare un modello metodologico e
didattico unico e gli obiettivi minimi di un curricolo nazionale per
ogni segmento di scuola, ma questo esclude la possibilità anche
teorica di forme di garanzia di standard nazionali su contenuti e
procedure.
Attualmente:
La
scuola del primo ciclo si articola in 5+3 (2+2+1, 2+1) conclusa da un
esame di stato
La
scuola del secondo ciclo si articola in percorsi di durata
quinquennale o quadriennale, i licei sono quinquennali e gli IFP sono
quadriennali.
La
scuola media rientra nel primo ciclo come programmazione e nel
secondo ciclo come ordinamento.
Programmazione
curricolare
L.-
517/1977
Vale
il principio di discrezionalità progettuale.
Curricolare:
le scuole possono servirsene, apre alla valutazione formativa cioè
diagnositca. L’insegnante diventa progettista di percorsi.
Per
operare la programmazione curricolare bisogna fare riferimento alle
TASSONOMIE
Le
tassonomie sono “scale ordinate” per una rigida e sequenziale
operazione programmatoria.
Vediamo
le più note e usate
Parla
di tre grandi aree: cognitiva-affettiva-psicomotoria.
Il
dominio cognitivo risulta articolato nei seguenti livelli:
Conoscenza:
so, ricordo
Comprensione:
traduco, interpreto, estrapolo
Applicazione:
uso in contesti differenti da quello di apprendimento
Analisi:
colgo elementi essenziali di un sistema complesso
Sintesi:
collego elementi separati in un sistema complesso
Valutazione:
so formulare un giudizio dettagliato
Comportamentismo
concepisce
l’apprendimento come una risposta a uno stimolo, che può essere
condizionato
o incondizionato.
L’apprendimento
dell’allievo coincide con le prestazioni che l’alunno deve
fornire, sulla base di obiettivi definiti a priori che dovranno
essere verificabili, osservabili e misurabili.
Tendenze
e orientamenti nella programmazione curricolare di tipo
comportamentista
Ideologico-democratica:
Frabboni,
Vertecchi, Maragliano, T. docimologica della valutazione
curricolo
= strumento di aderenza ai bisogni degli alunni, la valutazione si
basa sul rifiuto della selettività intrinseca del sistema, la
scientificità viene vista come un correttivo di alone e soggettività
Scientista:
Visalberghi,
Laporta, Pontecorvo
curricolo
= strumento tecnico, la comunità tramite esso struttura un programma
educativo coerente.
Personalista:
Corradini, Scurati, Pellerey, Nanni, Damiano
un
P.E. deve partire da un orizzonte valoriale alto, tradotto poi in
obiettivi educativi in vista del traguardo, superando disvalori
dell’educazione occasionale.
Altri
modelli didattici
Sono
stati elaborati in “risposta” a quelli comportamentisti
BRUNER:
modello processuale/cognitivista:
la conoscenza deriva dall’incontro fra strutture conoscitive del
soggetto e strutture delle varie discipline.
queste
ultime sono identificate in un complesso di idee organizzatrici,
categorie concettuali e apparati metodologici e sintattici.
Il
curr. strutturalista prevede le seguenti tappe:
identificazione
delle strutture
traduzione
delle s. in forme di pensiero tipiche dell’età
selezione
dei contenuti adeguati
predisposizione
di esperienze di apprendimento centrate sui problemi
si
parla di “spirale” e di “curricolo ciclico”.
La
ciclicità non implica ripetizione ma ritrovamento e ritrascrizione:
si tratta di un processo di ricomprensione ricollocazione di dati e
informazioni già possedute.
progettazione
per mappe concettuali:
il
modo di strutturare il sapere è diverso fra adulti e apprendenti non
adulti.
tre
momenti:
costruzione
di una mappa concettuale da parte del docente
conversazione
con gli studenti per capire quali reti concettuali essi hanno
progettazione
di una rete concettuale in cui costruire un modello di conoscenza
concetti
o matrici progressive:
approcci
cognitivisti.
progettazione
modulare:
si
basa sulla mente modulare di Gardner. La mente ha strutture in grado
di elaborare informazione in modo autonomo: un pensiero
“ipertestuale” e non più lineare.
si
individuano dei nuclei fondanti, irrinunciabili, in opposizione al
comportamentismo e al modello cibernetico, che sono invece lineari e
sequenziali.
didattica
breve:
nasce
dall’esperienza in cui oltre agli obiettivi della didattica
tradizionale si aggiunge una drastica riduzione del tempo necessario
all’apprendimento e quindi insegnamento.
Apprendimento
cooperativo e costruttivismo
La
dimensione sociale dell’apprendimento è un caposaldo
dell’attivismo, la classe viene vista come una piccola comunità
unita da uno scopo comune.
Classi
omogenee fra loro ma eterogenee al proprio interno solo l’optimum.
obiettivo
didattico e modello di programmazione:
l’insegnante
non si concentra sugli scopi generali dell’azione didattica nè sul
contenuto peculiare del suo insegnamento ma
sugli obiettivi specifici attesi a seguito di ciascun intervento
didattico.
L’o.d.
si rifà alla tendenza comportamentista, deve essere sempre
rigorosamente verificabile, descrive un comportamento. La tedenza
congitivista invece ci riconduce alle mappe e ai concetti e alla
flessibilità progettuale.
Un
o.d. deve sempre essere misurabile e verificabile, in base a
descrittori e indicatori, sta alla base di e precede le competenze.
COMPETENZE:
Hanno
un forte peso nella normativa scolastica ed europea.
Il
termine però non è sempre univoco.
Se
ne danno almeno tre accezioni differenti e valide:
c.
in senso comportamentista:
competente
è colui il quale è addestrato, sottoposto a stimoli ripetuti,
costruisce un paradigma comporamentale. Il concetto di competenza qui
viene a coincidere quasi del tutto con quello di abilità. c. qui
sono anche e soprattutto competenze
di base.
c.
in senso analitico-cognitivista:
la c. è un insieme predeterminato di proprietà possedute
indipendentemente dall’ambiente e dallo specifico compito, le c.
sono qui metacompetenze.
c. = performance
c.
contestuali:
le c. non sono nè comportametiste nè cognitiviste ma sempre sempre
legate al contesto, in senso ecologico-concreto-etnografico. c. come
interazione diacronica e sincronica soggetto-materiali-azioni di
terzi-setting sociale...
le
tassonomie di competenze rischiano di trasformarsi in elenchi di
buone intenzioni pedagogiche.
Ricordiamo
per inciso le 8 competenze chiave per la cittadinanza europea:
1 comunicare in lingua madre
2 comunicare in lingua straniera
3 competenze di base matematiche scientifiche e tecnologiche
4 competenze digitali
5 competenze interpersonali, interculturali e sociali
6 imprenditorialità
7 espressione culturale
8 imparare ad imparare
Riforma
degli ordinamenti del I° ciclo
essa
è in vigore dal DL 25/06/2008 n. 112.
inoltre
viene supportata dall’art. 64 della l. 133/2008 e dal DPR
89/20-03-2009
Quali
sono le INDICAZIONI in vigore?
Il
dlgs 59/2004 aggiornato dal DM 31/07/2007
Per
la scuola dell’infanzia:
dlgs
59/2004+ l. 296/2006
3
anni di età entro il 30 aprile, subordinato a condizioni strutturali
e valutazione pedagogica.
orario:
40 h settimanali, estendibile a 50 o riducibile a 25 h. settimanali.
scuola
primaria:
dlg
59/04
possibili
anticipi di iscrizione, insegnante unico.
TEMPO
SCUOLA:
24
h l. 169/08
27
h dlgs 59/04 oppure 30h (27+3)
40
h l. 176/07
l’organico:
determinato su 27 h a tempo normale o 40 h a tempo prolungato + 2 h
IRC, 1 h di inglese in prima e 2 h di inglese in 2° e 3°
Il
DPR 81/09 istituisce la formazione linguistica obbligatoria per tutti
i docenti di posto comune.
MAESTRO
UNICO:
nei
paesi europei è la prassi. In italia abbiamo anche l’irc, lo
specialista di lingua e il docente di sostegno.
COMPRESENZE:
regolate
da:
l.
148/90; orario settimanale variabile, 3 docenti su 2 classi, 2
docenti di posto comune sul tempo pieno
CM
2 8/1/2010
ORGANICO
DOCENTI:
regolato
dal DPR 89/09 “senza compresenze”
salvaguardia
di gradualità
le
maggiori disponibilità derivanti di orario rientrano nell’org. di
istituto
Il
dirigente deve tenere conto di queste maggiori disponibilità per
proporre arricchimenti dell’offerta formativa sia per le opzioni di
personalizzazione ex
Larsa.
SCUOLA
SECONDARIA DI I° grado
dlgs
59/04 + dm 37/09: riduzione a 30 h settimanali
tempo
prolungato, se sussistono le condizioni per attuarlo: italiano 15 h
mat e scienze 9 h.
si
parla di 30 h settimanali per 990 h annuali, di cui 29 di lezione e
33 h annuali di approfondimenti di materie letterarie che le scuole
possono gestire in autonomia.
valutazione:
normativa:
dpr 122/2009 che fonda il regolamnebnto del 19/08/09
v.
è espressione dell’autonomia professionale (individuale,
collegiale, di istituto)
deve
essere trasparente, tempestiva
si
valuta il processo di apprendimento, il comportamento,
dovrebbe
concorrere l’autovalutazione
le
verifiche devono essere coerenti con gli obiettivi
criteri
base per l’istituto: omogeneità, equità, trasparenza.
Certificazione
delle competenze:
si
ha:
al
termine della scuola primaria,
al
termine delle media
al
termine dell’obbligo di istruzione (biennio)
al
termine del secondo ciclo di istruzione
(4
volte!!!!)
CHI
E’ COMPETENTE PER LA VALUTAZIONE PERIODICA E FINALE? L. 169/2008
sc.
primaria: collegialmente i docenti contitolari, di sostegno, irc, e
specialista di inglese
sc.
media: cdc presieduto dal dirigente o da suo delegato
nella
primaria la non ammissione deve essere all’unanimità e su
comprovate motivazioni
nella
sec di primo grado può essere a maggioranza, o unanime, purchè vi
siano 6 in tutte le discipline o gruppi di discipline.
Valutazione
delle discipline:
Per
RELIGIONE e SOSTEGNO vige il TU 297/94
I
docenti esterni non fanno parte del CDC.
Se
ci sono lacune ovvero sex rossi occorre
-
segnalarli
-
indicare cosa va recuperato
-
progettare percorsi e verifiche a settembre
CONDOTTA:
sc.
primaria: GIUDIZIO
sc.
sec. di I grado: voto + lettere + specifica nota illustrativa.
FREQUENZA:
dlgs
59/04
L’alunno
deve frequentare almeno per 3/4 dell’anno scolastico (dell’orario
personalizzato) per poter accedere alla valutazione e quindi
all’ammissione alla classe successiva. Poichè i giorni di lezione
sono almeno 200, 3/4 equivalgono a 150 giorni di frequenza in un anno
scolastico.
La
validazione in base alla frequenza è una conditio
sine qua non,
possono però essere applicate motivate deroghe per malattia
certificata, purchè siano iscritte nel regolamento scolastico. Il
Dirigente “prende atto che” l’alunno ha/non ha frequentato per
il numero minimo di giorni previsto.
L’autonomia
scolastica è funzionale al successo formativo: è in generale
interesse dell’alunno e dei genitori ripetere l’anno se e quando
l’alunno stesso non ne abbia percorso in modo efficace passaggi
fondamentali.
...
ESAME
DI STATO
Quello
di quinta elementare è stato abolito, è corretto dal punto di vista
costituzionale in quanto la Carta fondamentale prevede un esame a
conclusione dei vari ordini di scuola: elementari e medie sono “primo
ciclo”!
Ammissione
all’esame:
scrutinio
con requisiti:
a.
frequenza
b.
votazioni
c.
comportamento
scaturisce
un giudizio di idoneità espresso in decimi, che prende in
considerazione il percorso triennale.
La
LODE può essere attribuita dalla commissione ai sensi del DPR
362/1966
Regolamento
sui crediti scolastici
DPR
23/07/1998 323
dPr
323/98
Comportamento:
DPR 249/1998 art 7 coma 1 L. 169/2008
6
in condotta: conseguenza di atti precedenti, deciso dal consiglio di
classe, occorre che vi sia una precedente irrogazione di sanzioni
disciplinari
DISABILI
L.
104/92, influisce
su comporamento,
discipline e attività previste nel PEI.
DM
10/12/1984
L’esonero
da uno o più insegnamenti comporta l’adozione di un percorso che
non porta all’esame di stato. In tal caso l’alunno disabile
consegue un attestato di credito formativo che permette l’accesso
ai percorsi formativi successivi.
ORDINAMENTO
DEL SECONDO CICLO
Leggi:
L. 53/2003 + dlgs 226/05 + l. 40/2007 + l. 133/2008 DL 112/2008 +
atti 132-133-134 del 4 febbraio 2010
LICEI:
confermata identità dei licei nel secondi ciclo
obiettivi:
raggiungere capacità critica e conoscenze approfondite nei settori
disciplinari
minore
frammentarietà dei corsi, delimitazione del quadro orario. maggiore
autonomia per le scuole
Il
liceo, che si articola in 2 bienni e un monoennio, ha una
articolazione oraria delle lezioni di questo tipo:
nel
I biennio 891 h/annue per 27 h settimanali, nel II biennio e nel V
anno 990 h/annue per 30 h settimanali, mentre per il liceo classico
le ore sono 31 settimanali negli ultimi 3 anni, nel liceo artistisco
34 nel biennio e 35 nel triennio, nel liceo musciale sono 32 per
tutte e cinque gli anni.
Vengono
istituiti per legge i dipartimenti “quali articolazioni funzionali
del collegio dei docenti per il sostegno alla didattica e alla
progettazione formativa”: NB:
questo aspetto che sembra secondario in realtà apre la strada alla
Riforma Aprea dove il collegio docenti viene svuotato delle sue
prerogative e dei suoi poteri.
ISTITUTI
TECNICI: 2 settori, 11 indirizzi
solida
base culturale di carattere scientifico e tecnologico, numero
limitato di indirizzi connessi ai più rilevanti settori
dell’economia, durata 5 anni.
ORARIO
DELLE LEZIONI
I
biennio che corrisponde alla conclusione dell’obbligo scolastico e
ne dà diritto, area di istruzione generale e triennio in cui si
specializzano.
le
aree del triennio possono essere articolate sulle esigenze del
territorio basandosi su una lista individuata dal MIUR.
Gli
spazi di flessibilità per le scuole sono innalzati dal 20% al 30% e
al 35% nel V anno.
1056
h/annuali pari a 32 ore settimanali, articolate in modo diverso fra
biennio e triennio:
b.=
660 h di istruzione generale e 396 h di indirizzo
t.=
495 h di istruzione generale e 561 h di indirizzo.
Istr.
generale= linguaggi matematica, scientifico-tecnologico,
storico-sociale.
Nel
biennio vengono introdotte le scienze
integrate,
composte da scienze della terra, biologia, fisica, chimica,
affiancate dalla materia “cittadinanza e costituzione”.
ISTITUTI
PROFESSIONALI
garantire
identità dei professionali
La
quota di orario destinata alla flessibilità dell’autonomia è
molto alta: 20% già esistente + 25% nel biennio, 35% nel secondo e
40% nell’ultimo anno: quindi:
45%,
55% e 60% rispettivamente: non è poco!!!!
ORARIO
DELLE LEZIONI:
1056
h globali annue pari a 32 h settimanali- area di istruzione generale
+ profili culturali e di apprendimento specifici per gli indirizzi,
le aree di indirizzo in base ad un elenco nazionale possono essere
articolate in opzioni corrispondenti a specifiche esigenze
territoriali, come per l’istruzione tecnica anche nei professionali
il biennio vede un monte ore maggiore per l’istruzione generale
(660) a fronte di un monte ore di 561 h nel triennio dedicato
all’istruzione specifica.
Anche
questi istituti vedono l’introduzione delle scienze integrate nel
curricolo.
Marcata
l’introduzione di metodologie finalizzate a sviluppare capacità di
analisi e soluzione dei problemi e uso di laboratori per l’alternanza
scuola-lavoro.
ISTRUZIONE
E FORMAZIONE PROFESSIONALE
Fa
parte del II ciclo. Ricade nelle competenze delle regioni. La l.
53/2003 la raccorda con l’istruzione statale del II ciclo.
cardini:
diritto
a istruzione e formazione per almeno 12 anni o conseguimento di
qualifica entro il 18° anno di età
diritto-dovere
di rimanere nel sistema di istruzione e formazione per almeno 12 anni
(6+12=18 anni di età).
ACCORDO
STATO-REGIONI 2009
Ha
regolato la questione del mancato attuativo dlgs 226/05 sospeso per
cambio di maggioranza politica: Fioroni aveva riportato l’IFP nelle
competenze statali.
Con
l’accordo in questione:
si
mette a regime il sistema di IFP
si
valorizzano le esperienze derivanti dalle sperimentazioni avviate dal
2003
si
valorizzano gli accordi successivi in materia di crediti formativi,
certificazioni ecc,
si
integra l’IFP con quello della futura Istruzione tecnica e
professionale
si
perseguono obiettivi di raggiungimento dell’obbligo di istruzione