venerdì 30 gennaio 2015

Lavoro di concetto

Da ragazzo mi fu detto che sicuro da grande avrei fatto un lavoro di concetto. Ora insegno. Non so se chi me lo disse ci prese. Devo approfondire la faccenda. Cosa certa che ho capito è che non sono un impiegato di concetto, figura relativa alle aziende, non alle scuole.

giovedì 29 gennaio 2015

politica e giochi di parole

Oggi  la prima elezione del nuovo presidente della Repubblica, da prae sideo  (siedo avanti, a capo). Mi  sono esercitato sui labili confini che grazie a un cambio di prefisso fanno di un de-putato un im-putato e di un politico s-pregiudicato un pregiudicato. Che il nostro presidente non si riveli alla fine un dis-sidente anziché un re-sidente del Quirinale?


Marcovaldo

Aveva questo Marcovaldo un occhio poco adatto alla vita di città: cartelli, semafori, vetrine, insegne luminose, manifesti, per studiati che fossero a colpire l'attenzione, mai fermavano il suo sguardo che pareva scorrere sulle sabbie del deserto. Invece, una foglia che ingiallisse su un ramo, una piuma che si impigliasse ad una tegola, non gli sfuggivano mai: non c'era tafano sul dorso d'un cavallo, pertugio di tarlo in una tavola, buccia di fico spiaccicata sul marciapiede che Marcovaldo non notasse, e non facesse oggetto di ragionamento, scoprendo i mutamenti della stagione, i desideri del suo animo, e le miserie della sua esistenza.

mercoledì 28 gennaio 2015

Esercizi di Stile: Marcovaldo, di Italo Calvino

Aloe Vera


Per le vie del quartiere, all'ingresso dei condomini, era facile osservare piante inconsuete, messe per rendere meno grigio il ritorno a casa dopo una giornata di lavoro.  Marcovaldo si fermava spesso a guardare i fiori d'altre terre che i giardinieri ordinavano dal vivaio ben fornito, appena fuori città.
La gente passava e non le notava punto, ma lui era un'anima sensibile e per di più da un po' di tempo si appassionava di erboristica.
Una mattina, andando al lavoro, aveva notato sul ciglio di un vialetto una certa pianta. Gli pareva di riconoscerla, somigliava a una foto che aveva vista su un foglio di giornale. In famiglia non si era granché danarosi e Marcovaldo si acculturava raccattando gli avanzi di giornali usati al mercato per incartare le merci.
Era inverno e, malgrado i guantini senza punta che indossava anche in casa, Marcovaldo aveva le nocche screpolate.

sabato 17 gennaio 2015

i pensieri di Bastiano Baldassarre Bucci

"Mi piacerebbe sapere ", mormorò fra sé, " che diavolo c'è in un libro fintanto che è chiuso. Naturalmente ci sono dentro soltanto le lettere stampate sulla carta, però qualche cosa ci deve pur essere dentro, perché nel momento in cui si comincia a sfogliarlo, subito c'è lì di colpo una storia tutta intera. Ci sono personaggi che io non conosco ancora e ci sono tutte le possibili avventure e gesta e battaglie, e qualche volta ci sono delle tempeste di mare oppure si arriva in paesi e città lontani. Tutte queste cose in qualche modo sono già nel libro. Per viverle bisogna leggerlo, questo è chiaro. Ma dentro ci sono fin da prima. Vorrei proprio sapere come. " E d'improvviso si sentì avvolgere da un'atmosfera quasi solenne. Si sistemo comodamente, afferrò il libro, aprì la prima pagina e cominciò a leggere.
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per i lettori di Storie infinite

da Michel Ende, La storia infinita
Per Bastiano Baldassarre Bucci la passione erano i libri. Chi non ha mai passato interi pomeriggi con le orecchie in fiamme e i capelli ritti in testa chino su un libro, dimenticando tutto il resto del mondo intorno a sé, senza più accorgersi di aver fame o freddo; chi non ha mai letto sotto le coperte, al debole bagliore di una minuscola lampadina tascabile, perché altrimenti il papà o la mamma o qualche altra persona si sarebbero preoccupati di spegnere il lume per la buona ragione ch’era ora di dormire, dal momento che l’indomani mattina bisognava alzarsi presto; chi non ha mai versato, apertamente o in segreto, amare lacrime perché una storia meravigliosa era finita ed era venuto il momento di dire addio a tanti personaggi con i quali si erano vissute tante straordinarie avventure, a creature che si era imparato ad amare e ammirare, per le quali si era temuto e sperato e senza le quali d’improvviso la vita pareva così vuota e priva di interesse; chi non conosce tutto questo per sua personale esperienza, costui molto probabilmente non potrà comprendere ciò che fece allora Bastiano.»

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venerdì 2 gennaio 2015

Tre anni dopo la fine del mondo

L'anno che verrà sarà speciale:
nuovo, vario e sorprendente,
ma normale.
Uguale (ma diverso) a tutti gli altri.
Aspettiamo cose belle, auguriamoci salute,
di ritrovare tutte le ore perdute.
Se guardo indietro vedo tre cose,
tre vecchie foto appese al muro
ma girate, sono oscene.
Poi chiudo gli occhi e li riapro,
sul retro delle foto bei disegni,
scritti col sangue, il cuore
e l'immaginazione.
Vedo una coperta, una bambina e un sogno.
Vedo me stesso che guarda, che sorride e piange.
Vedo l'anno che verrà, sarà speciale!
Occhi di poeta nella sera tarda,
occhi di un ragazzo, bimbo ed uomo.
Occhi di un vecchio da quand'ero nato,
scrutano dentro e trovano l'angoscia,
scrutano ancora e viene fuori gioia.
Ascolta! dalle viscere e dal petto
mi esce e non si ferma un grido, ebbro.
L'anno che verrà sarà speciale:
nuovo, vario e sorprendente,
ma normale.

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