mercoledì 3 dicembre 2014

Shurhùq

Questo vento di Scirocco sembra aver fatto la tana sulla mia città e non se ne vuole andare.
Shurhùq, il vento di sudest che arriva dalla Siria e stravolge uomo e natura. Edoardo De Filippo lo nomina nella commedia Pericolosamente che ho visto su rai 5 (più o meno dice “nei giorni di scirocco, quando il nervosismo si sente nell’aria” oppure "in quelle giornate in cui a Napoli c'è lo scirocco e nell'aria si respira nervosismo”). Forse fu un'aggiunta successiva alla scrittura, da parte dello stesso Eduardo, del racconto (credo sia un racconto) Scirocco a Napoli (1978).

Aggiungo due citazioni di contemporanei scaricate dal web:
Erri De Luca
Non è un vento, lo scirocco è una rabbia. Il cielo scompare, l'aria calda afferra la testa, non fa ragionare. Non bisogna fare figli quando c'è lo scirocco, non si devono prendere decisioni. Fa scoppiare gli incendi.
Andrea Camilleri
Lo scirocco è uno dei momenti più belli che possano essere concessi all'uomo, in quanto l'incapacità di movimento in quei giorni ti porta a stare immobile a contemplare una pietra per tre ore, prima che arrivi un venticello. Lo scirocco ti dà questa possibilità di contemplazione, di ragionare sopra alle cose, anche se è un po' difficile, in quelle circostanze, sviluppare il pensiero che è un po' "ammataffato", collosa, come la pasta quando scuoce.

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